martedì 30 aprile 2013

Cena

La valeriana va a seme, s'imbianca e si sparge per l'orto, io lascio fare, lei cresce d'inverno quando nelle prode è deserto, non so mai dove, ma lei rispunterà. Mentre finisce la scorta della stagione passata sotto la pioggia sale e s'arrossa la lattuga bionda, da taglio, mischiata alla rossa. Io taglio la razione del giorno, v'aggiungo qualche giovane foglia di piantaggine (Plantago maior), l'infestante dei prati che da me non riesce nemmeno a invecchiare; qualche filo d'erba cipollina e due fiori di borragine. Lavo, spezzo e metto sotto sale e olio. Al piatto aggiungo ricotta e la cena è servita. Un pasto da re.

sabato 27 aprile 2013

Asimina triloba

E siamo al terzo anno. I primi due sono andati male. Per due volte di fila ho preso delle piccole piante. La prima a 28 euro, un capitale, presso un vivaio della bergamasca, per una pianta di nemmeno 28 cm, ma la passione, si sa, non ha limite, così aprii le tasche del portafoglio; la seconda fu ad Orticola, l'anno passato, per altri 28 cm di arbusto ma per lo meno appena 10 di denari. Tutte e due gli esperimenti sono falliti, le piante nell'inverno sono defunte. Pare che il banano di montagna non tema il freddo, forse è stata la mia incuria nel soccorrergli la sete, d'inverno non è facile sapere se osare. Quest'anno ho deciso di fermare lo sperpero: di euro, di vita, così ho messo a dimora direttamente i semi. Non so se cresceranno, se la forza autoctona di sementi senza dislocazione di radice avranno vittoria. Io semino, bagno quel che posso e spero. Il resto tocca all'Asimina. Con tutti i miei auguri.

lunedì 22 aprile 2013

Susino goccia d'oro













Pesco

Il pesco mi ha preso la bolla. Addossato al muro, sotto il cielo plumbeo di questa primavera lombarda, non ha avuto scampo. Il verde rame l’avevo messo, ma non è stato sufficiente. Lui è un nuovo venuto nell’orto-frutteto, la “foresta commestibile” che sta sotto i 400 metri quadri di casa mia. Sta lì da nemmeno due stagioni, ed io mi ero già abituata a vederlo fiero e forte portare i suoi frutti. Ma il tempaccio di quest’anno lo ha piegato e il fungo lo ha attaccato. Proverò a togliere le foglie malate, a fermare le spore, nel rogo del fuoco, prima che si diffondano ovunque. Ho molte piantine nell’orto nate da noccioli abbandonati dopo averne succhiato la polpa o talee fatte con i resti dei rami di potatura. Devo togliere prima che l’infezione si diffonda. Il tempo non aiuta, il coraggio di estirpare nemmeno, sono debole di stomaco, carattere, ma, si sa, "Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile...". Solo il coraggio di togliere può far crescere la foresta.